Come prevenire le cadute in ospedale, un problema di sicurezza e prevenzione
Le cadute rappresentano un problema significativo per la salute pubblica e, in ambito sanitario, un importante indicatore della qualità dell’assistenza sanitaria. Con l’invecchiamento progressivo della popolazione, questo fenomeno diventa sempre più rilevante, incidendo sulla qualità della vita degli anziani e sui costi dei sistemi sanitari. Questo articolo esamina le cause, le conseguenze e le strategie di prevenzione e gestione delle cadute, non solo in ambito sanitario, mettendo in luce l’importanza di un approccio integrato e multidisciplinare.
La prevalenza del fenomeno e i fattori contribuenti in ambiente ospedaliero e territoriale
L’OMS definisce le cadute un evento che porta una persona a giacere inavvertitamente sul terreno, sul pavimento o su un altro livello inferiore.
Il Ministero della Salute va ancor più nello specifico indicando le cadute in ambito sanitario come spostamenti improvvisi e non intenzionali verso il basso dalla posizione ortostatica, assisa o clinostatica.
Nel panorama sanitario le cadute rappresentano un evento da sempre attenzionato per il suo impatto sia in termini di frequenza che di esito. Gli effetti e gli esiti derivanti da una caduta si ripercuotono negativamente sulla qualità di vita della persona generando, soprattutto nella popolazione fragile, perdita di sicurezza, ansia, depressione, diminuzione dell’autonomia, disabilità, nei casi più gravi il decesso.
L’analisi del fenomeno nel contesto ospedaliero riconosce – tra le dinamiche che contribuiscono alla genesi delle cadute – gli inciampi, gli scivolamenti e la perdita di equilibrio (Agency for Healthcare Research an Quality Preventing Falls in Hospital) che spesso comportano un prolungamento della degenza, la necessità di interventi diagnostici e terapeutici aggiuntivi altrimenti non necessari, un incremento dei costi sanitari e sociali per la gestione di eventuali disabilità e una perdita di fiducia nel sistema sanitario. Nello specifico va considerato che il prolungamento della degenza espone la persona assistita a contrarre infezioni correlate all’assistenza.
Il quadro dei costi che impattano pertanto sul Sistema Socio-Sanitario riguardano principalmente l’assistenza e le cure necessarie per la gestione degli esiti e i costi per i risarcimenti dei danni reclamati.
La manifestazione delle cadute è attenzionata non solo per quanto riguarda la rete ospedaliera ma anche in tutti gli ambiti di assistenza residenziale, semiresidenziale e domiciliare.
Dal momento che la popolazione sta invecchiando, negli ultimi anni l’orientamento e potenziamento dell’assistenza territoriale include, in termini di prevenzione, tutte le azioni volte alla presa in carico della popolazione anziana maggiormente esposta (anche in relazione alle comorbilità) considerando potenzialmente a rischio anche l’ambiente domiciliare.
La prevalenza degli accessi ai pronto soccorso della rete ospedaliera per le cure necessarie in conseguenza di una caduta a domicilio e l’incidenza dei ricoveri correlati a tale evento, portano in risalto il tema della prevenzione e la gestione dei rischi con un approccio trasversale ed integrato tra tutte le componenti del sistema Sanitario e Sociale.
A tale proposito, i dati ISTAT pongono in evidenza come, sul territorio italiano, una persona su due (54,8%) sia vittima di caduta in ambiente domestico e che, nel 76,9% dei casi, sono coinvolte persone over 64.
In uno studio dell’ISS, volto ad approfondire le tematiche degli incidenti domestici, è emerso che il 6% degli anziani ingaggiati ha dichiarato di essere caduto nei 30 giorni precedenti l’intervista. In un caso su dieci, queste cadute hanno richiesto un ricovero ospedaliero: inoltre, l’incidenza aumenta con l’avanzare dell’età e si manifesta in modo più significativo tra le donne e le persone in difficoltà economica.
Secondo quanto riportato dalla Società Scientifica di Ortopedia e traumatologia (Linea Guida SIOT Frattura del femore prossimale dell’anziano) le fratture più ricorrenti in seguito a caduta nella popolazione over 65 sono rappresentate da fratture di femore, fratture di polso e fratture vertebrali per una quota pari a circa il 20% dei casi.
La frattura del femore, oltre che aumentare in termini di incidenza soprattutto nella popolazione over 85, impatta in modo significativo anche in termini di disabilità permanente. È da tenere in considerazione che l’incidenza all’evento caduta nella popolazione anziana residente in RSA è stimata a tre volte maggiore che nella popolazione anziana nel proprio domicilio questo dovuto anche per l’impatto con il nuovo ambiente di vita.
L’ambiente viene trattato come potenziale fattore di rischio estrinseco per le cadute anche nella già citata Raccomandazione Ministeriale n. 13 del 2011. Nello stesso documento viene richiamata l’importanza della mappatura dei rischi ambientali in tutti i contesti di cura posti in relazione anche ai fattori individuali della persona ovvero in relazione alla diminuzione delle capacità funzionali della persona (ADL-Activity Daily Living), della terapia farmacologia in atto, dei deficit del sensorio, dello stato cognitivo, al grado di consapevolezza del rischio individuale e di tutti gli stati morbosi maggiormente impattanti per il deterioramento dell’apparato osteoarticolare ed il controllo dell’equilibrio.
Valutazione del rischio delle cadute e adozione di piani assistenziali
Per prevenire e contenere la manifestazione di cadute e gli esiti conseguenti risulta fondamentale gestire percorsi ed attuare programmi volti a individuare l’esposizione al rischio della persona mediante un approccio multifattoriale in cui vengano presi in considerazione, non solo i fattori legati alle comorbilità e farmaci ma anche tutti quei fattori predisponenti, coesistenti e interdipendenti con l’ambiente di vita, sia esso ambito domiciliare, residenziale ed ospedaliero tenendo in considerazione che l’accertamento del rischio di caduta risulta essere una fase complessa, in quanto la mutevole e rapida evoluzione dello stato di malattia comporta inevitabilmente l’adozione di programmi di monitoraggio e rivalutazione periodica del rischio.
Assume rilevanza prioritaria garantire che le caratteristiche strutturali dell’ambiente, in grado di influenzare il rischio di caduta, siano sistematicamente identificate e affrontate e procedere con l’identificazione delle condizioni predisponenti quali età, comorbilità, terapie farmacologiche, disabilità motoria e deficit del sensorio.
L’implementazione di procedure di assessment di tipo multifattoriale e multidimensionale consentono di redigere programmi di cura personalizzati e tempestivi orientati a contenere i rischi specifici e tracciare il processo decisionale e le strategie adottate per la presa in carico e gestione della persona a rischio.
La prevenzione delle cadute e la sicurezza del paziente: obiettivi e responsabilità dei professionisti sanitari
L’approccio strategico nelle politiche volte alla sicurezza delle cure richiama in primis la responsabilità di tutti i professionisti sanitari coinvolti a vario titolo nei processi di cura. La condotta responsabile del singolo e del gruppo si realizza nel mettere in atto sistemi e politiche di adeguamento dei piani assistenziali con pensiero critico e in linea con l’orientamento delle più recenti evidenze scientifiche, delle raccomandazioni ministeriali delle linee guida e buone pratiche clinico-assistenziali.
Per il miglioramento delle performance in termini di contenimento del rischio, le Organizzazioni Sanitarie sono chiamate a sostenere e promuovere l’aggiornamento dei professionisti sanitari circa le raccomandazioni e letteratura più recenti nonché stimolare la segnalazione spontanea promuovendo lo strumento dell’Incident Reporting quale fonte informativa strategica, per misurare la dimensione del fenomeno in un determinato contesto assistenziale e per l’attivazione di audit al fine di identificare le aree di miglioramento sulle quali implementare azioni correttive e per consentire di circoscrivere l’appropriatezza nell’utilizzo delle risorse strutturali, tecnologiche ed organizzative e delle competenze del personale attraverso un approccio no blame, condizione necessaria per sostenere un contesto lavorativo in cui possa esprimersi la cultura e il valore della sicurezza.
Tramite il gruppo dei Risk Manager, Relyens offre soluzioni di affiancamento, mappatura, progettazione e formazione adeguati al contesto attraverso metodi e strumenti a supporto dell’efficientamento delle performance e con l’obiettivo di orientare l’adozione di strategie volte al contenimento degli eventi avversi e del contenzioso.