La gestione del farmaco nelle aree critiche: le nuove buone pratiche SIAARTI
L’ottimizzazione della gestione dei farmaci nelle aree critiche è una questione cruciale per la sicurezza dei pazienti e l’efficacia del sistema sanitario. Le nuove buone pratiche della Società di Anestesia e Rianimazione Italiana (SIAARTI) mirano a migliorare l’attività clinica e a ridurre gli errori nel processo di gestione dei farmaci.
Frutto di un accurato lavoro di revisione delle più efficaci pratiche internazionali, il documento offre agli operatori sanitari strumenti preziosi per ridurre i rischi associati alla gestione dei farmaci. Alla sua stesura ha preso parte, in qualità di revisore, Giansaverio Friolo, clinical risk manager di Relyens in Italia.
Buone pratiche SIAARTI, i punti fondamentali e le finalità del documento
Il nuovo documento si focalizza sulla gestione dei farmaci nelle aree critiche come le terapie intensive, i blocchi operatori e le aree dell’emergenza. L’obiettivo principale è quello di minimizzare i rischi, standardizzando le procedure e migliorando la tracciabilità dei farmaci all’interno degli ospedali. Questo approccio, infatti, permette di creare un ambiente più sicuro sia per i pazienti, migliorando l’efficienza delle attività cliniche, sia per gli operatori sanitari attraverso una migliore condivisione delle metodiche operative più efficaci.
Gli strumenti e le procedure
Uno degli aspetti fondamentali ribaditi nelle nuove buone pratiche consiste nell’adozione di etichettature con codici colore, sia per i farmaci, che per le siringhe pre-riempite utilizzate per lo più nell’ambito dell’anestesia e rianimazione. Questa singola indicazione, come riconosciuto a livello internazionale, contribuisce da sola a ridurre significativamente il rischio di errori di identificazione, facilitando la distinzione tra farmaci similari. Il documento puntualizza anche l’importanza per le strutture sanitarie di dotarsi di procedure operative chiare e complete, che descrivano il processo del farmaco dalla gestione nel magazzino della farmacia fino alla somministrazione al letto del paziente. Particolare importanza all’interno di questo processo rivestono anche altri aspetti operativi come la doppia identificazione e soprattutto la comunicazione costante tra colleghi per garantire attraverso il lavoro di team il buon esito delle cure erogate ai pazienti.
Formazione, un pilastro fondamentale
La formazione continua del personale sanitario è un altro pilastro su cui insistono le buone pratiche. All’interno del documento viene enfatizzata l’importanza di aggiornamenti periodici sulle nuove tipologie di farmaci e sulle modalità corrette di somministrazione. Questo perché gli operatori devono essere costantemente formati e consapevoli delle procedure di sicurezza più idonee per lavorare efficacemente e ridurre i rischi. La presenza di tutor esperti è reputata indispensabile per aiutare il personale più giovane e inesperto ad acquisire le competenze necessarie, senza correre rischi.
Tracciabilità e la logistica del farmaco
Le buone pratiche dedicano una sezione importante anche all’aspetto della tracciabilità del farmaco. Ogni fase, dall’arrivo in ospedale fino alla somministrazione al paziente, deve essere infatti tracciata con precisione per poterne ricostruire il flusso di assegnazione e somministrazione. Un processo che inizia dal controllo rigoroso delle vie di accesso del farmaco, il cui punto di partenza deve essere sempre la farmacia ospedaliera, responsabile principale della gestione in sicurezza di tutti i farmaci all’interno dei reparti. Una logistica ben organizzata garantisce che i farmaci siano sempre identificabili e gestiti secondo standard elevati di sicurezza, in modo che in ogni step del trattamento del paziente sia sempre chiaro e definito.
Gli errori più comuni e le soluzioni proposte
Tra gli errori universalmente riconosciuti nelle terapie intensive, si riscontrano le interruzioni durante la somministrazione dei farmaci, prescrizioni errate e le trascrizioni imprecise. Proprio per mitigare e annullare queste tipologie di rischi, le buone pratiche contemplano l’adozione di prescrizioni elettroniche o l’utilizzo di codici a barre per meglio identificare e tracciare i farmaci. La digitalizzazione, infatti, può significativamente ridurre gli errori umani, anche se è fondamentale che il personale sanitario rimanga vigile e critico nei confronti dei sistemi informatizzati per evitare una eccessiva dipendenza.
La gestione del rischio e le responsabilità nel processo del farmaco
Il processo di gestione del farmaco comprende diverse fasi critiche, tra cui la scelta e l’approvvigionamento, la conservazione, le prescrizioni e le trascrizioni, la preparazione e l’erogazione, la somministrazione e il monitoraggio. Ogni fase rappresenta un potenziale punto di errore, specialmente in contesti ad alta complessità come le terapie intensive, le NORA, le sale operatorie, o i pronto soccorso.
Tutti gli operatori sanitari sono responsabili della buona riuscita del processo: soprattutto gli infermieri, nell’ambito della somministrazione, svolgono un ruolo cruciale nella prevenzione degli errori, in quanto titolari di una posizione di garanzia nei confronti dei pazienti. Le buone pratiche sottolineano l’importanza della collaborazione tra medici e infermieri come strumento di supporto reciproco, nonché l’adozione corretta e responsabile delle tecnologie, da considerarsi sempre come facilitazione e non come sostituzione assoluta della comunicazione all’interno dei team nella gestione del paziente.
La standardizzazione delle attività di gestione del farmaco rappresenta un passo importante per l’efficienza del sistema sanitario. L’implementazione di buone pratiche condivise può contribuire a ridurre gli errori, e a migliorare la sicurezza del paziente, sottolineando come la formazione continua e la collaborazione tra tutte le figure sanitarie coinvolte nei processi di gestione siano essenziali per il buon esito delle cure.